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Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario con una goccia d’acqua nel becco. “Cosa credi di fare?" - gli chiese il leone - “Vado a spegnere l’incendio” - rispose il piccolo volatile - “Con una goccia d’acqua?” - disse il leone con un sogghigno. E il colibrì, proseguendo il volo, rispose:
"IO FACCIO LA MIA PARTE".

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Come spesso facciamo, vogliamo segnalarvi una tradizione del nostro territorio che si ripete ogni anno, la Mergonera di Capronno

L'appuntamento è per GIOVEDI' 8 DICEMBRE nella piazzetta di Capronno (frazione di Angera), dalle 10.30 in poi.

Di seguito, uno scritto di Luciano Besozzi che spiega storia e svolgimento di questa manifestazione



La Mergonera di Capronno – Luciano Besozzi

In un libro sulle sagre e tradizioni popolari nel Varesotto si fa risalire la "mergonera", al secolo scorso, quando a Santa Maria Maddalena fu affiancato Sant’Ambrogio come compatrono della Chiesa di Capronno. Desiderando celebrare un particolare gemellaggio con Milano, di cui appunto S. Ambrogio è il patrono, a qualcuno venne l’idea di costruire un piccolo Duomo con le pannocchie di granoturco. Ancora oggi la struttura della "mergonera" ricorda lontanamente la cattedrale, con le pannocchie che fanno da guglie e da gugliotti, e la Madonnina in mezzo.
L'idea ebbe evidentemente successo e fu accolta con favore dai capronnesi: possiamo pensare che prese inizio come una festa civile, laica, una sorta di ringraziamento per il raccolto, per divenire poi festa religiosa. Certamente divenne una tradizione consolidata col passare del tempo, fissando un rituale che fu seguito poi per molti anni.
La costruzione era affidata a turno alle varie famiglie, o gruppi di famiglie delle varie "corti". Le pannocchie più belle e colorate di granoturco, offerte da tutto il paese, erano fissate sulla struttura di legno, ricoperta di frasche sempreverdi, fino a dare alla "mergonera" quella forma che ancora oggi vediamo, di un "Duomo di granoturco", ancorata a due stanghe che servono per il trasporto a spalla; quattro pali, separati dalla struttura principale, hanno ornamenti di granoturco, due a forma piramidale e due a forma tonda.
Dalla corte dove era stata costruita, la "mergonera" era portata nella Chiesa assieme alle offerte in natura e dopo la Messa, si formava la processione: sulle spalle di quattro uomini, scortata ai quattro lati da altrettanti uomini che portavano i pali ornamentali, e seguita dalla gente, la "mergonera" raggiungeva la piazza, dove era messa all'incanto, con tutte le altre offerte.
La tradizione continua ancora, grazie all’impegno di Adriano Mainetti che oltre all’allestimento coltiva personalmente anche le diverse varietà di granoturco utilizzate. La mergonera al termine della Santa Messa, nel giorno di Sant’Ambrogio (7 dicembre), viene portata in processione nella piazza del paese.  Oggi manca l’asta della offerte in natura, ma non l’atmosfera festosa che  resta  come un ponte fra la Capronno dei nostri giorni e la Capronno contadina dei nostri padri.




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